mercoledì 28 dicembre 2016

ARE, ERE, IRE: Declinando in foto a POSITANO

Sbariando nell'archivio...Felice anno nuovo!

In ARE
Ballare
 
Cantare

Cucinare

Giocare

Pescare
 
In ERE
Bere

Dipingere

correre

Vincere

leggere
 
In IRE
Benedire

cucire

dormire

Partire

scolpire
 
 




giovedì 22 dicembre 2016

POSITANO: Auguri di Natale alla scuole Medie



Una giornata ricca di eventi, questa mattina,  alla Scuola media " Lucantonio Porzio "
Ci sono andato  perché incuriosito da una mostra di disegno ideata dalla prof.ssa Concetta Fusco "veri falsi d' autore"  in seguito alla mostra dell' artista statunitense Ed Wittstein  nella  Pinacoteca civile lo scorso ottobre. In quell' occasione gli alunni furono invitati a fotografare i disegni di Ed e di cimentarsi in una reinterpretazione . Straordinari i ragazzi che sono riusciti a creare "veri falsi d'autore ". Sarebbe bello riproporre questa mostra in un prossimo futuro nella Pinacoteca civica della nostra Città.
la prof con alcuni ragazzi
SORPRESA. Don Giulio alla mostra.
E' appena tornato da Londra e questa mattina era presente alla mostra degli alunni.
Nella foto Enzo eEposito, don Ciriaco, don Giulio e l'attuale parroco don Michele.
nella sala della palestra
 
 
 
L'evento odierno non finisce qui ...
infatti segue la s. messa nell' Auditorium e poi il coro degli alunni del
Istituto comprensivo di Positano e Praiano " Lucantonio Porzio " .
 
                                                                 Don Giulio con i bimbi

prima della messa  con i giovani per le confessioni
 
 
don Michele legge il messaggio
di Natale di Papa Francesco:
“Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’ Amore.
Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. L’ albero di natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita. Gli addobbi di natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita. La campana di natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l’ allegria e la generosità. Gli angeli di natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore. La stella di natale sei tu quando conduci qualcuno all’ incontro con il Signore. Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai. La musica di natale sei tu quando conquisti l’ armonia dentro di te. Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri. Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.
Un buon natale a tutti coloro che assomigliano al natale.”
 
 
 
 
 
 
Don Giulio con il sindaco De Lucia
 
Cristina Bozza annuncia il programma del Coro diretto dal M° Guarino
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 21 dicembre 2016

Romolo Ercolino racconta la favola: " La leggenda del re Provolone"



A Gaia e Giulia, ai loro cuginetti e a tutti i loro coetanei con tanti auguri e bacioni. da Nonno Romolo
La leggenda del re Provolone



 


Nel reame dei formaggi governava il buon re Parmigiano che aveva sposato la regina Grana del vicino ducato di Padania che tutti chiamavano Granapadana. I due reali avevano un figlio molto buono e molto amato, piuttosto cicciottello e con una grande testa, purtroppo calva, che avevano chiamato Provolone. Un giorno il re e la regina, ormai avanti negli anni anche se non lo dimostravano non avendo perso nulla della loro bontà, squisitezza, sapore e splendore, decisero che era giunto il momento di far convolare a nozze il principino Provolone che avevano sempre cresciuto e tenuto vicino per evitare le amicizie inquinanti con caci plebei e adulterati che vagavano per il reame, affinché assumesse ufficialmente il ruolo di luogotenente del regno e sollevasse il padre, re Parmigiano, dai troppi impegni, affari e beghe del regno sempre più pressanti in difesa della sua D.O.P. (denominazione di origine protetta) insidiata da anni, ma mai equiparata, dai tanti imitatori nostrani e stranieri e a causa dei troppi e pressanti impegni sopraggiunti con l’avanzare degli anni.
Il re preparò il bando reale e decine di caci a cavallo, detti anche cacicavalli, della sua guardia d’onore, partirono a spron battuto per diffondere, fino nelle più lontane terre del reame il bando reale col quale tutte i nobili appartenenti alla casta dei formaggi con figlie in età di matrimonio, erano invitati a corte con le rispettive figlie, nel giorno stabilito dal bando, per la grande festa di primavera, durante la quale il principino Provolone, futuro re, avrebbe scelto la sua futura sposa e futura regina del reame.
La notizia diffusasi in un battibaleno, creò grande agitazione nelle nobili famiglie dei formaggi con figlie e grande eccitazione in tutte le caciottine in età da marito che incominciarono a sognare di diventare regine, e curiosità in tutti i sudditi del gran reame ansiosi di conoscere chi sarebbe stata la loro nuova regina.
Tutti iniziarono a scommettere cifre considerevoli sulle nobili caciottine.
Nel giorno fissato per il ricevimento reale, il re e la regina con la banda reale che suonava l’inno nazionale, accolsero a palazzo reale, personalmente e con grandi sorrisi e abbracci tutti i nobili sudditi del reame con le relative figliole, che fecero grandi inchini alla real coppia, come aveva loro insegnato la maestra di cerimonie, che era poi la mamma stessa. Tra tutte queste formaggine e caciottine il principe Provolone doveva scegliere la più bella, la più buona e quella che riteneva la più degna di diventare la sua sposa e futura regina.
      Arrivarono in tanti anche dalle terre più lontane del reame.

Anche un cacio portoghese, che aveva saputo del bando, si recò a palazzo con la speranza di poter entrare di soppiatto e scroccare gratis un lauto pranzo per poi scomparire senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio. Gli andò però molto male perché il re aveva dato precisi ordini ai caci a cavallo di guardia a palazzo di far passare solo nobili titolati accompagnati dalle figlie e lui, essendo single, fu cacciato a pedate con l’ordine di non farsi mai più vedere, perché la prossima volta sarebbe stato accolto molto diversamente. Il portoghese scappo a gambe levate giurando a se stesso che mai e poi mai si sarebbe avvicinato più di tanto a palazzo reale.
Romolo e la nipotina Gaia (archivio)
 
Per primi giunsero il duca e la duchessa d’Invernia accompagnati dalla duchessina Invernizzina. Dalla Longobardia arrivò il conte di Certosa e la contessa Robiola con la loro amata figlia Osella. Il duca di Taleggio e la dogaressa Robiola accompagnati dalla figlia Crescenza, che tutti chiamavano Enza perché piuttosto bassa di statura. Seguì il conte di Asiago, cognato del duca di Taleggio, con la dogaressa di Trentingrana, accompagnati dalla contessina Gorgonzola chiamata anche Gonzola o Conzola, il visconte di Rochefort e la viscontessa Brie con la loro bellissima figlia Camebert. Dalla Sardegna arrivarono il barone e la baronessa Pecorino con la figliola Arborea che furono felicissimi d’incontrare gli altri loro nobili parenti del Continente; i Pecorino dell’Agro romano e i Pecorino della Maremma toscana con le loro giovani pecorelle che non vedevano da anni. Dalla Lombardia arrivarono e tantissimi altri rappresentanti della nobiltà caciara del regno.  
In fine, dalle terre del Mezzogiorno, giunse il conte Mozza, la contessa Caciotta che non era di nobile schiatta ma che il conte, contro il parere dei genitori, aveva voluto sposare con nozze morganatiche per le sue doti e la sua bontà di contadinella, accompagnati dalla loro bellissima, dolcissima e buonissima figlia Rella che tutti chiamavano Mozza-rella per via della sua carnagione bianca dovuta alla giornaliera dose di latte di bufala. Quelli che non amavano i suoi nobili genitori la chiamavano invece Biancarella o, peggio ancora, Bancarella.

Il pranzo reale fu sontuosissimo e tutti fecero onore ai piatti serviti da una schiera di servitori in livrea bianca. La regina Grana, accompagnata dal figliolo Provolone, fingendo di fare gli onori di casa con gli ospiti, fece il giro della tavolata e, con la scusa di chiedere se tutto andava bene e se il pranzo era di loro gradimento, osservava discretamente e attentamente, da buona futura suocera, il comportamento di tutte le nobili formaggine, una delle quali una sarebbe diventata sua futura nuora.

Nel contempo il re ed i suoi illustri ospiti facevano onore alle numerose e assortite pietanze che i real cuochi avevano preparato nelle cucine reali per l’occasione e che sembravano non aver mai fine, accompagnandole con abbondanti libagioni di vini D.O.C.G.G. (denominazione d’origine controllata e geograficamente garantita) del regno perché il re aveva vietato, pena cinquanta frustate, di bere birra o acqua minerale a corte. Queste due bevande dovevano essere somministrate solo a coloro che dovevano espiare colpe gravissime.              
Nel tardo pomeriggio nel salone del trono reale, addobbato per l’occasione, si aprirono le danze e i reali osservarono con grande apprensione e molta attenzione con quale delle varie formaggine e caciottine il loro amato principino Provolone aprisse le danze.
Provolone andò decisamente dalla bianca Rella, seduta in fondo alla sala con i suoi genitori, e le chiese il privilegio di concedergli l’onore di aprire con lui le danze. Rella arrossì ma disse di sì. Cosi ebbero inizio le danze.   
La scelta di Provolone riscosse il favore dei genitori che si intesero con un cenno del capo ma infiammò d’invidia molte delle altre formaggine che, con la scusa di qualche malore, uscirono dalla sala per andare in bagno o appartarsi in un angolo dell’immenso giardino reale per piangere sulla fine ingloriosa di un sogno a lungo coltivato … diventare regina del grande regno dei formaggi.
Dopo alcuni mesi un nuovo bando reale annunciò le nozze del principino Provolone con la contessina Rella che tutti ormai chiamavano Mozzarella tranne i suoi detrattori che, insieme alle caciottine e formaggine gabbate, continuarono a chiamarla Bancarella.

Le nozze furono celebrate, con grande sfarzo, poco prima di Natale dal priore del convento della Contea di Mozza che tutti in seguito chiamarono il monaco di Provolone perché divenne consigliere, confessore e padre spirituale del futuro re. Essendo anche il buon monaco calvo e piuttosto grassoccio, tutti lo soprannominarono il Monaco di Provolone e, il futuro re, il Provolone del Monaco.

I festeggiamenti durarono a lungo e, per tutto il reame, fu gran festa.
        Poi …, poi …, poi, … e poi ancora, … e ancora, … ….

Gli sposi reali vissero felici e contenti circondati da uno stuolo di bocconcini e mozzarelline che fecero la felicità dei genitori, dei nonni e di tutti i sudditi del reame.

Buon Natale e buone feste a tutti da                                                                                  Nonno Romolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 19 dicembre 2016

Michele De Lucia si candida al Consiglio Provinciale di Salerno



Il Sindaco di Positano Michele De Lucia si candida alle prossime elezioni provinciali che si terranno l’8 gennaio 2017.

Ho deciso di iniziare una nuova avventura, esortato dal Partito Fratelli d’Italia e dal suo leader nazionale Giorgia Meloni, per il territorio salernitano- dice Michele De Lucia -. E’ con grande senso di responsabilità che ho preso questa decisione, soprattutto in considerazione del ruolo completamente assente che ha rivestito la Provincia in questi anni. Intendo affrontare questo nuovo percorso politico con la stessa dedizione e la voglia di fare di sempre. Le priorità che intendo pormi riguardano la Viabilità e i Trasporti Pubblici, settori chiave per la crescita territoriale. Vogliamo ridare voce al territorio, consentendo alla Provincia di ritornare a rivestire un ruolo strategico. Personalmente mi impegno ad essere punto di riferimento non solo per la Costa d’Amalfi ma per l’intera Provincia di Salerno.”
 

N'Albero Napoletano


Alla scoperta di N'Albero, la novità del Natale napoletano, definito l'albero di Natale percorribile più alto del mondo. Costruito dalla Italstage sulla Rotonda Diaz del Lungomare Caracciolo, alto 40 metri, è stato realizzato impiegando 100.000 metri di tubi metallici e viene illuminato utilizzato 1.300.000 lampade al LED.


E' dotato alla base di negozi. bar e ristoranti, ma l'attrazione maggiore sono le 2 terrazze panoramiche poste a 18 e 30 metri di altezza, dalle quali si può ammirare Napoli dall'alto

Il lungomare dalla terrazza a 18 metri
I pescatori di Mergellina dall'alto




Il panorama da 30 metri di altezza
Napoli dalla seconda terrazza


La maestosità di N'Albero...
Un albero 'tradizionale'

Ed i passionali napoletani.....
....subito innamorati di N'Albero....

Un servizio in collaborazione con Giuseppe Di Martino e Gabriella Gambardella